LE MIE LETTURE DI LUGLIO
Il caldo di luglio, il viaggio in bicicletta verso l’ufficio, i fine settimana non particolarmente belli e adatti alla piscina… tutto ha concorso a farmi procedere con una certa lentezza nelle mie letture, ma non posso che ritenermi soddisfatta per le scelte di queste settimane, che mi hanno vista in compagnia di tre libri tanto diversi tra loro quanto meravigliosi. Speriamo che agosto proceda su questa scia!
Mario Rigoni Stern
Trilogia dell’Altipiano
Einaudi
16.00€
Ogni tanto mi chiedo perché abbia atteso tanto a prendere in mano la bibliografia di Mario Rigoni Stern! Ogni sua pagina riesce a sorprendermi e ad appassionarmi in modo straordinario, persino quando si parla di caccia, il che è tutto dire.
La Trilogia riunisce tre romanzi scritti in epoche anche molto diverse le une dalle altre, ma tutti ambientati sull’Altipiano di Asiago, omaggiandolo a ogni parola, tra ricordi, impressioni, immagini…
Storia di Tönle parte alla fine dell’800, poco dopo l’unità d’Italia, e segue le peregrinazioni di Tönle per mezza Europa alla ricerca di lavoro, fino a quando non viene sorpreso dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il paese verrà evacuato e raso al suolo, ma per Tönle, ormai anziano, è ora tempo di rimanere, di occuparsi delle proprie pecore e di sorvegliare le case abbandonate dai suoi compaesani, finché non sarà fatto prigioniero e mandato in campo di concentramento oltre il confine. Sulla fine della guerra si apre il secondo romanzo, L’anno della vittoria, che racconta nei minimi dettagli il ritorno un po’ alla spicciolata degli abitanti dell’Altipiano e la lenta ricostruzione. Con l’avvento del fascismo entriamo invece ne Le stagioni di Giacomo; facciamo la conoscenza del protagonista ancora bambino, intento ai giochi, in un paese svuotato a causa della disoccupazione e della povertà. Giacomo entrerà però presto a far parte dei Balilla insieme agli amici (tra cui un tal Mario Stern che conosciamo bene) e infine lascia il paese per fare il soldato, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le trasformazioni politiche che avvengono in Italia nel corso di una cinquantina di anni ci scorrono davanti agli occhi tra le quasi 400 pagine e assistiamo quindi al lento ma inesorabile radicarsi del fascismo, inizialmente guardato con disprezzo dai più, poi sempre più parte della vita di tutti. Ma siamo anche testimoni di numerose migrazioni, alcune temporanee, altre definitive, costantemente alla ricerca di un qualunque lavoro, spesso molto duro, per raccimolare il necessario a passare un inverno o al massimo un anno, prima di rifare le valigie.
Rigoni Stern ci parla poi di paesaggio, di identità e di tradizioni, tutto in questo libro meraviglioso, ricco di Storia, di quella che non ci fa certo male ripassare.
Elsa Morante
L’isola di Arturo
Einaudi
12.00€
Un’epoca senza tempo, un’isoletta in mezzo al Mediterraneo e pochi personaggi popolano le pagine di questo classico della letteratura italiana del ‘900.
Orfano di madre, Arturo trascorre la proria infanza quasi da solo, fatta eccezione per un balio che lo accudisce nei primissimi anni di vita e un padre quasi sempre impegnato in viaggi misteriosi lontano da Procida. Ma non sembra soffrire di solitudine e anzi, quando il padre porta a casa la nuova moglie, una ragazzina di appena due anni in più di lui, Arturo non ne è affatto contento. La prima donna che varca la soglia di casa, la prima con cui si trova a relazionarsi, fino ad allora circondato solo da (pochissimi) uomini.
In piena pubertà, il ragazzino viene improvvisamente travolto da una tempesta di emozioni ancora sconosciute che lo faranno penare per due anni, alla ricerca di una propria identità.
Romanzo di formazione per eccellenza, dove avventura, riflessioni e moti dell’animo si susseguono continuamente, in un insieme fluido e perfettamente costruito, dove la tensione narrativa non cade mai. Ci arrabbiamo, soffriamo e speriamo insieme ad Arturo, vorremmo chiedere al padre di rinunciare a uno dei suoi viaggi per rimanere con suo figlio, vorremmo che lui trovasse nella matrigna una madre, come non ha mai avuto e che possa soddisfare il suo amore.
Da notare anche l’audacia di certi detti e non detti della Morante tra queste pagine. Si parla di sessualità con una libertà che non ci si aspetterebbe in un romanzo del ’57, eppure… E tra le righe si parla anche di omosessualità, senza nominarla esplicitamente, ma pur senza veli.
Questo libro è entrato subito di diritto tra i miei classici preferiti di tutti i tempi e non a caso è uno dei tre titoli che ho consigliato anche come lettura per l’estate. Trovate gli altri spunti qui.
Paolo Cognetti
A pesca nelle pozze più profonde
(Minimum Fax)
13.00€
Non un romanzo, non una raccolta di racconti (o almeno non solo), ma un saggio sull’arte di scrivere e di leggere proprio loro, i racconti, in particolare quelli degli autori americani che hanno fatto tanta scuola a Cognetti.
Un libro molto interessante, da studiare, più che leggere e che infatti ho ampiamente sottolineato e di cui ho preso tanti appunti. Si parla di Hemingway (di cui ho letto solo Addio alle armi, ma di cui ora voglio recuperare ben altro), di Alice Munro (sebbene Canadese, viene inclusa in questa lista), Salinger con i suoi Nove racconti, Hawthorne (che non conoscevo e che cercherò sicuramente), Poe, Cheever (anche lui da recuperare!), ovviamente Carver, poi Dubus (già in lista), Melville, D’ambrosio, Grace Paley, Flannery O’Connor…
Tantissimi spunti per una vita intera, ma anche interessanti chiavi di lettura e analisi per un approccio più consapevole ai testi. Paolo Cognetti riesce a introdurmi (in pochissime pagine, sia chiaro) a quel tipo di indagine e studio che tanto è mancato nei miei studi, non essendo uscita da Lettere o Letteratura… quel vuoto che avrei tanta voglia di colmare.
Peccato, a mio avviso, la scelta di inserire un ultimo capitolo autoreferenziale, in cui sono raccolti alcuni racconti di Cognetti stesso, una sorta di sequel di Sofia si veste sempre di nero. A suo tempo amai quel libro, che mi fece conoscere questo autore che poi ho continuato a seguire, ma quanto appare tra queste pagine mi è sembrato un puro esercizio di stile senza né capo né coda, senza un filo logico e non credo che aggiunga niente alla raccolta precedente. Detto questo, Cognetti sa scrivere divinamente e qui dimostra di saper anche leggere con grande attenzione e forse proprio per questo riesce a rapirmi quasi sempre.
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