LE MIE LETTURE DELL’ESTATE parte 1ª

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Sono tornata da pochissimi giorni dalle ferie e già vi dicevo quanto sia stato duro il rientro… all’idea che a metà luglio si sia già esaurita la mia dose annuale di mare e vero relax. Sì perché forse l’avrete capito anche voi in questi due anni e passa da che scrivo qui sul blog che non è che mi conceda spesso qualche giorno di nullafacenza e anche le ferie si trasformano spesso in tour de force davvero intensi. Cioè, io ci metto la mia parte… e il mio compagno rincara la dose, con la sua voglia inesauribile di fare, vedere e visitare, senza “perdere tempo” in “inutile riposo”.

Detto questo, potete immaginare quale evento sia stato per me concedermi dieci giorni di spiaggia pura, senza altro da fare che rosolarmi al sole, tuffarmi ogni tanto in acqua e poi LEGGERE! Non che la cosa sia stata semplice, anzi, eddai buttati, eddai vieni a far snorkeling, eddai facciamoci una nuotata… ma è con orgoglio che posso affermare di aver tenuto fede al mio proposito di muovere meno muscoli possibili durante tutta la vacanza.

Nonostante non mi senta molto a mio agio con gli ebook, questa è stata una vacanza all’insegna del Kindle: vuoi per il bagaglio ridottissimo imposto da Ryanair, vuoi per l’impossibilità di calcolare quante pagine sarei riuscita a macinare… ma vuoi anche perché avevo proprio voglia di leggere in spagnolo, ho pensato che questa fosse l’occasione giusta per sfruttare l’eReader.

Ora lo so, vorrete sapere quali libri ho letto e magari anche cosa ne penso… vi accontento subito e qualora i consigli dei librai non vi avessero convinto fino in fondo, chissà che non prendiate spunto da queste letture per le vostre vacanze.

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Donatella Di Pietrantonio
L’Arminuta
(Einaudi)
17.50 €

Abruzzo, anni ’70, una ragazzina cresciuta fino ad allora in città, sul mare, viene rispedita nel paesino di montagna dove è nata e che pare essere fermo al 1930. La povertà e l’ignoranza dominano i rapporti tra le persone, rapporti duri, fatti per lo più di bòtte e parole rabbiose. A dieci anni una bambina deve essere già in grado di fare la donna, di prendersi cura dei fratelli più piccoli, di cucinare per i più grandi, di non lamentarsi per le punizioni e le percosse. Ad aiutare l’Arminuta, la ritornata – abituata all’affetto dei genitori (o di chi credeva tali), alla gioia dell’amicizia, agli stimoli e agli agi che fino a poco prima dava per scontati, in città – ora ci sono una sorella, un fratello un po’ irruento e un’insegnante, che si batterà per la sua istruzione.

Pochi chilometri separano la città dal paese di montagna, eppure il divario tra i due ambienti è enorme e si stenta a credere che non si trovino su due pianeti diversi, distanti anni luce l’uno dall’altro. La grossa differenza la fa certamente la ricchezza, che da una parte comincia a farsi sentire, mentre dall’altra ancora non accenna minimamente ad arrivare. Famiglie numerosissime, tante bocche da sfamare con appena una zuppa o poco altro e figli dodici o tredicenni che lasciano la scuola per lavorare nei campi a giornata. Gli adulti hanno perso tutta la tenerezza, verso i bambini e verso loro stessi, non si dialoga, non si comunica, se non per sgridarsi o lamentarsi. In questa cornice triste e claustrofobica, c’è Adriana, la sorella ritrovata dell’Arminuta, che con una spontaneità davvero rara riesce a portare umanità laddove parrebbe proprio perduta.

Emma Cline
Le ragazze
(Einaudi)
18.00 €

California, estate 1969, sulle orme degli omicidi realmente compiuti dalla setta Manson family.
Anche qui gli adulti dialogano poco con i ragazzini; genitori troppo intenti a leccarsi le proprie ferite o a vivere storie d’amore da sedicenni. Abbandonati a se stessi, pre-adolescenti di tredici anni trascorrono i pomeriggi a imbottirsi di alcool e spinelli, girovagando per le strade del paese. È così che Evie incontra Suzanne e le altre ragazze, che la portano al Ranch dove il gruppo vive sotto il potente influsso di Russell. Sesso e droghe pesanti sono all’ordine del giorno, insieme alla mancanza di igiene e ai furti per procurarsi da mangiare.
Ma insieme agli eccessi e al forte condizionamento psicologico, presto arriva anche il sangue e scorrerà a fiumi.

Un libro scorrevole, nonostante le tinte forti, che parla di amore, di morte, di genitori completamente assenti che non si accorgono di ciò che sta avvenendo sotto ai loro stessi occhi e della malleabilità di giovanissime menti, assetate di attenzioni e di sguardi. Il dietro le quinte di una strage di gruppo, messa in atto da una serie di ragazze sballate e scoppiate, cariche di rabbia e accecate da un’incondizionata venerazione per il carismatico Russell che ne ha fatto le sue schiave.
La perversione che si annida (neanche troppo) dietro ai personaggi ne traccia una storia disturbante e disturbata, che strega e al tempo stesso trasmette un senso di fastidio e a tratti di repulsione.

Fernando Aramburu
Patria
(Guanda)
19.00 €

Le tristi vicende del País Vasco nel corso di alcuni decenni, dagli anni più bui della lotta armata e degli attentati terroristici all’annuncio del disarmo da parte dell’ETA.

Due famiglie di paese, due mogli forti che decidono tutto loro, amiche di vecchia data, i mariti compagni di bicicletta e di carte, i figli cresciuti insieme… finché non si mette in mezzo l’ETA, con le richieste di estorsione da una parte e l’entrata in clandestinità dall’altra. La rottura è definitiva, ma non arriva da sola. La famiglia di Bittori, minacciata a più riprese su tutti i muri del paese, si ritrova improvvisamente isolata ed evitata da tutti. Traditori e opressori è sulla bocca di tutti, per il semplice fatto di avere una piccola azienda familiare che dà da lavorare a persone del luogo e che eleva loro stessi dalla povertà e dalla grande ignoranza che aleggia intorno a loro.

Da una parte ci sono le vittime, colpite duramente dall’isolamento, dalla violenza, dai lutti e dall’altra i terroristi e le loro famiglie che in nome di un popolo che dicono di voler liberare dal giogo spagnolo, spargono dolore in ogni dove. L’impossibilità di sottrarsi dalla dinamica perversa con me o contro di me se non fuggendo, cancellando le proprie tracce e creandosi una nuova vita altrove. Toccherà a Bittori dopo l’assassinio del marito, ma anche ad Arantxa e Gorka… e persino al cadavere del Txato, seppellito a San Sebastian, lontano dal paese.

Una dura denuncia alla natura stessa della lotta armata, alla manipolazione dei più vulnerabili, giovani o meno abbienti, della violenza che passa sopra a ogni cosa, persino alle amicizie e alla famiglia. Ma la critica è pesante anche verso la polizia stessa e le torture assolutamente gratuite cui sottopone i terroristi una volta catturati, in pieno stile dittatoriale. Percosse, isolamenti forzati, scariche elettriche, tutto sembra concesso. E il risultato è un inevitabile chiusura ognuno all’interno del proprio odio, che non può che crescere e prima o poi è destinato a esplodere.
Un libro intenso, meraviglioso, che mi ha commossa fino alle lacrime in più occasioni e che mi sono gustata in lingua originale.

E voi cosa porterete in vacanza?

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Nessuna risposta

  1. Valeria ha detto:

    Ciao! "L'Arminuta" mi ha ricordato la saga di Elena Ferrante, ma mi ha molto più coinvolto e mi è piaciuto tantissimo!
    Mentre il libro della Cline no… bocciato. Pur essendo scorrevole, i personaggi li ho trovati banalizzati e scontati (la classica serie di tipi da comune hippy e adolescenti ribelli), e la storia che all'inizio mi sembrava insolita (inventarsi un altro punto di vista della strage di Manson) alla fine è prevedibile e annoia. 🙁

  2. la Sere che legge ha detto:

    Ciao Valeria! Ecco, io penso di essere una delle 3 persone in tutta Italia a non aver letto L'amica geniale della Ferrante… 😛
    L'Arminuta comunque è piaciuto molto anche a me. Condivido appieno pure il commento su Le ragazze, che infatti mi ha lasciata un po' così, si legge bene ma non mi ha entusiasmata e soprattutto trovo che tutta il clamore che ha accompagnato la sua uscita sia stato assolutamente esagerato.

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