AMERICANAH
SCHEDA DEL LIBRO
TITOLO: Americanah
AUTORE: Chimamanda Ngozi Adichie
EDITORE: Einaudi
ANNO: 2014
PAESE: Nigeria
TRAMA: Ifemelu si trasferisce negli Stati Uniti per studiare e qui si scontra con una realtà completamente nuova e scopre il concetto di razza, su cui costruisce un intero blog, che nel tempo riscuoterà grande successo.
LE MIE RIFLESSIONI
Tre romanzi in uno, che scandiscono le tappe fondamentali della vita di Ifemelu: tre ambientazioni geograficamente lontane e tematiche diverse tra loro. L’infanzia e l’adolescenza di Ifemelu si svolgono tra Lagos, dove vive con la famiglia, e Nsukka, dove si trasferisce insieme a Obinze per frequentare l’università; per terminare gli studi la protagonista parte poi per gli Stati Uniti, dove trascorre quindici anni intessendo relazioni e costruendosi una carriera; passato questo tempo, Ifemelu decide di tornare in Nigeria, dove l’aspetta una fase di ri-ambientazione tutt’altro che semplice. Le tematiche centrali, così come la cerchia di amici e parenti che circondano Ifemelu cambiano di tappa in tappa, di pari passo con le trasformazioni cui lei stessa va incontro con il passare del tempo e delle esperienze di vita vissute.
Se in Nigeria non ha senso parlare di razza e di colore della pelle, arrivata negli Stati Uniti è costretta a fare immediatamente i conti con il significato e la centralità di tale concetto, in una società in cui i bianchi, ricchi o poveri che siano, occuperanno sempre una posizione privilegiata rispetto ai neri, sulla scala sociale. Inizialmente sopraffatta dalla realtà, la sua caratteristica veemenza si fa strada, andando via via a plasmare una donna forte e combattiva che si spende continuamente per la causa razziale in primis, e di rimando per quella femminile. Attraverso un blog diffonde le sue idee schiette e spesso provocatorie. Gli articoli prendono sempre più spazio all’interno della narrazione, a tratti quasi sostituendola, con il rischio, talvolta di rallentarne il ritmo, ma donando grande potenza ai messaggi, trasmessi in modo così diretto.
Il tema della razza viene dunque sviscerato in tutti i modi, svuotato di ogni apparente perbenismo e lasciando il lettore in crisi di fronte a riflessioni che difficilmente compierebbe da solo. Durante la lettura sono arrivata più volte a chiedermi se ci sia dunque un modo per liberarmi dall’inevitabile onta di razzismo che solo per essere bianca mi ritrovo accollata. L’impossibilità di trovare una quadra, in cui ci si possa sentire davvero uguali e uniti, senza lasciarsi condizionare e affogare da una semplice sfumatura di colore che continua tuttora a portare con sé tutta una serie di privilegi versus svantaggi abominevoli di cui non posso fare a meno di vergognarmi.
Negli Stati Uniti Ifemelu scoprirà anche la differenza tra essere afro-americano e nero non-americano: due realtà molto diverse, che non sempre riescono a capirsi fra loro.
In Nigeria la lingua tagliente della protagonista si scontra invece con le Lagos girl, giovani donne incastrate in relazioni con uomini ricchi e sposati, che le mantengono nel loro stile di vita di gran lunga fuori dalla loro portata. Donne che sognano matrimoni romantici, ma il cui destino difficilmente sarà così rosa e fiori. Tematica questa che già emergeva in Culo Nero, sebbene lì fosse trattata con toni più leggeri, consoni all’atmosfera generale del romanzo di Igoni Barrett.
Come ogni altra vita, anche quella di Ifemelu è fatta di altro oltre che di cause per cui battersi, anche se a tratti il resto sembra finire davvero in secondo piano. Leit motiv di tutto il romanzo è il grande amore tra lei e Obinze, che in qualche modo sopravvive al terremoto della vita e, seppur da lontano, le dà forza anche nei momenti più bui. Ma ci sono anche gli amici, c’è zia Uju e soprattutto il cugino Dike che vede crescere e verso il quale prova un affetto smisurato.
Una lettura potente che parla di donne, di migranti e disuguaglianze, ma anche di corruzione (con l’accenno ai truffatori nigeriani soprannominati 419) e di relazioni umane. Un romanzo che apre la mente e invita al dialogo, che credo dovremmo leggere tutti, a partire dalle scuole.
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