#PARLAchiLEGGE #28

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#PARLAchiLEGGE è una rubrica quindicinale. Ogni 2 mercoledì esce una breve intervista a un lettore. 

 

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Parla chi legge

Oggi parliamo con… Camilla!
Alla fin fine Bologna è una città piccolina e gira e rigira, è abbastanza facile conoscere chi, come noi, nutre una determinata passione. Ecco quindi che nell’ultimo anno ho pian piano conosciuto una cerchia sempre più larga di amanti di libri e di lettura, che ritrovo spesso a incontri dedicati, di vario genere. Camilla l’ho incontrata a quel primo incontro di Books and Brunch altre volte nominato su questa pagina, appuntamento non molto regalare, ma molto apprezzato da tutte noi. Da lì è poi nata un’assidua frequentazione sui social, Instagram in particolare, dove le fotografie di Camilla riescono  sempre a colpirmi.

Le presentazioni non sono mai state il mio forte, soprattutto così nero su bianco, ma mi sforzerò. Io sono Camilla, ho 24 anni, studio all’università (per finta) cose troppo lunghe da spiegare e mi divido sui treni tra Bologna e Milano. Trascorro il mio tempo libero organizzando viaggi che spero di realizzare nel breve/medio periodo, leggendo un libro dopo l’altro e andando a caccia di posticini carini e particolari in cui mangiare. Ora che ci penso non saprei scegliere a cosa dare priorità nella mia vita, se al cibo, ai viaggi o ai libri.
Il mio rapporto con i libri inizia da piccola: nella mia famiglia si è sempre letto molto, ho preso l’abitudine della lettura da mia madre, che mi ha trasmesso l’amore per i libri e ha trasformato la nostra casetta in una biblioteca. Di conseguenza per me è sempre stato normale seppellirmi di libri, e ho sempre vissuto la lettura come un passatempo, un vero e proprio hobby con cui distrarmi. Di recente però, direi negli ultimi due o tre anni, ho iniziato senza accorgermene a vivere la lettura in modo più consapevole e lentamente si è trasformata da un semplice passatempo in qualcosa di più vicino a una passione.


Quanti libri hai letto negli ultimi dodici mesi?

Che domanda difficile. La verità è che non ne ho idea: suppongo una trentina, più o meno, se escludiamo i graphic novel e i fumetti.

Carta o digitale?
Carta! Mi piace tenere in mano i libri, annusare le pagine e appoggiarli in giro per casa. Per la mia laurea mi è stato regalato il mio primo e-reader, e devo dire che lo trovo molto comodo per i viaggi: sono spesso in giro e la comodità dell’ e-reader (soprattutto per i viaggi lunghi, in cui di solito mi porto cinque libri per essere sicura di non restare senza) è innegabile. Comunque finisce sempre che se il libro mi piace lo acquisto anche in versione cartacea.


Libreria, internet o biblioteca?

Libreria o internet, quasi sempre. Sfrutto la biblioteca principalmente per i graphic novel, che hanno dei prezzi abbastanza proibitivi, e magari, prima di acquistarne, alcune le sfoglio per essere sicura che mi possano piacere. In generale però mi piace possedere ciò che leggo. Di conseguenza alterno le mie finanze tra librerie e internet, principalmente per gli sconti che vengono proposti online e per il magico Libraccio da cui compro esclusivamente tramite il sito.

Se ti chiedessi due titoli?
Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood (Ponte delle Grazie), perché è il libro che sto leggendo ora e L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera (Adelphi), perché è sempre uno dei primi libri che mi viene in mente quando qualcuno mi chiede se ho un libro preferito (no, non ne ho uno, ne ho almeno un centinaio).

Per immaginarti meglio, dove leggi di solito?
Ovunque. Spesso sui mezzi pubblici, se non ho cento borse con me che me lo impediscono, altrimenti in treno o sul divano. In inverno il mio posticino preferito è davanti al mio caminetto, sommersa da cuscini e gatti.

In base a quale criterio hai ordinato i libri, nella tua libreria di casa?
Ordine? I miei libri finiscono per essere sempre appoggiati a caso in giro per casa. Ho provato a ordinarli per sezione (saggi, classici, narrativa, storici, fantasy, horror) e all’interno di ogni sezione per casa editrice, ma dopo un paio di mesi c’erano pile di libri accatastati ovunque, e ho lasciato perdere. Mi piace cambiare ordine, spostarli, quindi temo che il destino della mia libreria sia quello di essere in perenne mutamento.

È il momento della confessione: un libro che hai abbandonato?
Premessa: ho sempre detestato lasciare a metà un libro, mi infastidisce davvero tanto non portare a termine le cose, quindi solitamente mi sforzo e a costo di impiegarci dei mesi, lo finisco. Quindi pondero sempre attentamente quale libro iniziare, preferisco non cominciarlo nemmeno se non sono quasi sicura al 100% che riuscirò a finirlo. Ma ogni tanto getto la spugna anche io, perché mi rendo conto semplicemente che non è il momento giusto (sì, ho bisogno di motivare la scelta di abbandonare un libro davanti a me stessa dicendo che è solo un abbandono temporaneo). L’ultima volta è successo con Il corpo che vuoi di Alexandra Kleeman (Edizioni Black Coffee). Non mi dilungherò nella dettagliata analisi del perché questo libro mi abbia lasciato così tanto perplessa dal chiuderlo irritata dopo 40 pagine, ma davvero: è stato troppo.

Confessione n.2: segnalibro o vergognose orecchie?
Segnalibro, sempre! Impazzisco davanti alle orecchie. Quando ero più piccola mi capitava di farle, ora inorridisco. Come segnalibro riciclo qualsiasi cosa, da scontrini a biglietti della metro, ma non piego mai le pagine.

Una foto della tua libreria di casa?

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La libreria di Camilla

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