IL SISTEMA PERIODICO
Scheda del libro
TITOLO: Il sistema periodico
AUTORE: Primo Levi
EDITORE: Einaudi
ANNO: 1975
PAESE: Italia
TRAMA: 21 racconti ripercorrono la vita lavorativa di Levi, caratterizzata sempre da una grandissima passione per la chimica e per la Materia.
Le mie riflessioni
Un’autobiografia composta da 21 racconti, ognuno dedicato fin dal titolo a uno degli elementi della tavola periodica. Un libro impregnato di chimica, dunque, così come lo è stata la vita stessa di Primo Levi, ma senza per questo risultare noioso o pesante. La passione che l’autore dimostra per la materia (anche per quella con la M maiuscola) che ha continuato a studiare e praticare durante tutta la vita arriva molto bene al lettore, che si sorprenderà a invidiare un po’ le giornate (e talvolta le nottate) di Levi, trascorse in laboratorio tra provette, metalli e fornelletti, respirando fumi tossici e maneggiando sostanza a volte pericolose. Solo ora penso di aver capito il fascino che Il piccolo chimico ha esercitato su più di una generazione di bambini!
Quella che ne esce dalla raccolta è quindi una fotografia della vita lavorativa di Levi, dalle prime esperienze di laboratorio, fatte di nascosto all’epoca del liceo, a quelle via via più mature, fino alla fabbrica di vernici che si troverà poi a dirigere. Tra queste pagine compare ovviamente Auschwitz, ma anche questo è descritto con gli occhi del chimico, impiegato nel laboratorio del Lager. Non è il prigioniero il protagonista qui, né il sopravvissuto, ma l’uomo che attraversa una serie di ostacoli – alcuni tipici del mondo del lavoro, altri strettamente legati all’epoca storica in cui si trova tragicamente a vivere – per portare avanti la propria professione. E al mestiere di chimico si affianca ben presto anche quello di scrittore, nato nelle serate solitarie a Lanzo nei pressi della cava di amianto dove stava lavorando, qui narrata in Nichel. Come lui stesso afferma nell’intervista rivoltagli da Philip Roth, riportata in calce al libro,
«non c’è contraddizione nell’essere un chimico e l’essere uno scrittore: c’è anzi un reciproco rinforzo».
Ma tornando alla chimica, colpisce la tranquillità con cui si trattano nel libro determinate sostanze, ignorandone gli effetti nefasti sulla salute, all’epoca ancora sconosciuti. Sono sconcertanti le pagine dedicate all’estrazione dell’amianto, che sparge sull’intero paese un’insidiosa polvere bianca che a loro insaputa, condannerà abitanti e lavoranti a morte.
«C’era amianto dappertutto, come una neve cenerina: se si lasciava per qualche ora un libro su di un tavolo, e poi lo si toglieva, se ne trovava il profilo in negativo; i tetti erano coperti da uno spesso strato di polverino, che nei giorni di pioggia si imbeveva come spugna, e ad un tratto franava violentemente a terra».
Ma non è da meno la descrizione dei fumi di acido cloridrico in Stagno, fumi che si spandono in tutta la casa, senza destare eccessiva preoccupazione.
Pur trattandosi evidentemente di una biografia, ogni capitolo è compiuto in se stesso, prendendo così la forma di un vero e proprio racconto, con un’apertura e soprattutto una chiusura davvero perfette. La raccolta comprende poi anche tre scritti di finzione – risalenti a epoche diverse e introdotti dallo stesso Levi nel capitolo precedente – che seguono pur sempre il fil rouge dell’intero volume.
Il testo è ricco di dettagli, anche solo appena accennati, che restituiscono pian piano un’immagine quasi intima del personaggio. L’amore per la montagna, quello per la letteratura, la grande timidezza con le donne e l’incontro con la moglie. Ma soprattutto emerge la grande cultura di Levi, che andava ben oltre la chimica. Nato nel 1919, uomo di scienza, però in grado di citare con naturalezza in francese, tedesco e inglese. Chapeau!
L’italiano è ricco, ma semplice al tempo stesso, un po’ arcaico alle nostre orecchie, con grandissima abbondanza di d eufoniche, che talvolta rallentano il ritmo. Ma quali immagini spettacolari è in grado di creare con le sue parole, che colori e che sfumature. Uno dopo l’altro i racconti scorrono velocissimi, ma le emozioni e i pensieri che disseminano, forse, non abbandoneranno più il lettore.
Un libro conosciuto per caso a una presentazione di Paolo Cognetti, che citava alcune tra le sue raccolte preferite di racconti, poi riproposto da Marina di Interno Storie per la lettura condivisa di novembre. Se alla prima occasione mi ero riproposta di acquistarlo, al richiamo di Marina ho deciso di cogliere la palla al balzo e sono corsa subito in libreria, ma mai avrei immaginato di innamorarmi a tal punto di queste pagine, che ho sottolineato freneticamente e marcato con post-it colorati, già decisa a riproporre qualche racconto in lettura durante una serata de la Sere vi legge. Ecco, ormai vi ho avvisato… tenetevi pronti, perché con l’anno nuovo Primo Levi ci terrà compagnia, ma nel frattempo, vi consiglio di assaggiarlo da soli.
L'aspetto che ho più apprezzato è la chiarezza linguistica, senza barocchismi inutili, ma ricca di significato. Penso che solo quella generazione di scrittori è stata in grado di far dell'italiano una lingua letteraria, che i contemporanei – eccetto qualche raro caso – non hanno saputo cogliere come eredità.
D'altronde Levi era uno scienziato…
Grazie perché ti sei unita al gruppo.
Davvero, una lingua fluida, semplice e allo stesso tempo ricchissima. Sì, forse la letteratura a cavallo tra la prima e la seconda metà del Novecento è quella che più di tutte è riuscita in questo intento e, in questo periodo, è proprio quella che mi sento più invogliata a leggere.