LUCE D’AGOSTO

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Scheda del libro

TITOLO: Luce d’Agosto
AUTORE: William Faulkner
EDITORE: Adelphi
ANNO: 1932
PAESE: Stati Uniti
TRAMA: Nell’immaginaria cittadina di Jefferson, in Mississippi, sfila una folta schiera di personaggi, le cui vite si incrociano, tra pregiudizi di ogni sorta.

Le mie riflessioni

Rientrata dalle ferie vi ho aggiornato sulle mie letture estive (non molte, a dire il vero), ma mancavano le mie impressioni sul romanzo di William Faulkner consigliato da Marina di Interno Storie, sul gruppo Facebook Interno Lettori: Luce d’agosto.

Riconosco la mia ignoranza e ammetto che, pur avendo già sentito nominare l’autore, non avevo mai approfondito granché né le tematiche né la sua bibliografia. Inizialmente combattuta e in parte spaventata dalle premesse di Marina e degli altri lettori del gruppo, che preannunciavano un romanzo difficile, ho infine ceduto e ho deciso di portarlo con me in viaggio alla volta della costa atlantica del nord della Spagna. Vacanza decisamente poco adatta ai grossi tomi, per i continui spostamenti, le escursioni e il ritmo sempre incalzante dettato dall’indole (diciamo così) attiva del mio compagno. La lettura procedeva lentamente e ciò non mi ha certo aiutata a seguire con attenzione il filo del racconto, a cogliere certe sfumature dello stile e ad appassionarmi pienamente alle diverse storie narrate. Ma sono riuscita a portarlo a termine e a cose fatte credo di aver capito molto di più di quanto non pensassi e posso dire di averne apprezzato diversi aspetti.

Si tratta certamente di un libro denso e non di semplice lettura. La prosa è complessa e sono molte le frasi che richiedono di essere rilette più volte, con calma, prima di capirne veramente il senso.

Nel romanzo troviamo diverse storie che scorrono parallele; ad alcune è riservato uno spazio maggiore, mentre altre appaiono un po’ in sordina o vi sono dedicati solo alcune rapide pennellate.
Luce d’agosto si apre con la giovane Lena, incinta e in viaggio a piedi dall’Alabama al Mississippi, alla ricerca del padre del suo bambino, Lucas Burch, un poco di buono. Terribilmente ingenua e condizionata da una società chiusa e gretta, che non le permette di diventare madre senza un uomo al suo fianco, pena il giudizio severo e l’emarginazione, si ostina a rincorrere l’uomo che l’ha abbandonata e ingannata. Arrivata a Jefferson incontra Byron, da sempre dedito al lavoro, riservato e religioso, che si innamora irrimediabilmente della ragazza. Anch’egli è vittima dell’ottusità della società in cui vive e mette così in pericolo la propria reputazione, nel tentativo di aiutare la giovane e di proteggerla, nonostante i moniti di Hightower, ex-pastore a sua volta emarginato. Parallelamente alla storia di Lena, si snoda quella di Joe Christmas, giunto a Jefferson avvolto nel mistero; ha la pelle bianca, ma pare che nelle sue vene scorra sangue nero e questa consapevolezza scatena in lui un grande conflitto, che lo porta a una continua fuga alla ricerca di un luogo in cui possa finalmente sentirsi in pace con se stesso. Immerso anche lui in un mondo che non lascia scampo a chi ha già il proprio destino segnato e non può fare altro che seguirlo, semina violenza intorno a sé, con conseguenze anche gravi per chi ha la sventura di incontrarsi sul suo cammino.

Un romanzo per molti versi stridente, rispetto a quelli che sono i valori e le concezioni di oggi, al politically correct e a tanti studi di psicologia che, per fortuna, ci reputano in grado di poter plasmare il corso delle nostre vite, delle nostre emozioni e percezioni. I personaggi di Faulkner sono invece costretti a un destino ineluttabile a cui possono solo andare incontro, nonostante i numerosi tentativi di ribellarsi. Come dicevo, ci troviamo davanti a una società chiusa e pronta al giudizio e dalla condanna facile, sia essa dovuta al sangue che ci scorre nelle vene, a una scelta della propria donna o all’aiuto offerto a una giovane incinta e in difficoltà.

Faulkner passa da una storia all’altra, ognuna narrata con un registro diverso, dando così una voce unica a ogni personaggio. Dalla prosa più semplice e lineare per raccontare le peripezie di Lena tra l’Alabama e il Mississippi, al linguaggio forbito e complesso delle pagine finali dedicate a Hightower. I capitoli centrali parlano della vita di Christmas e a loro tocca la prosa più sciolta e discorsiva, rendendo forse quelle pagine le più scorrevoli di tutto il libro.

Un romanzo denso, che mi ha aperto a diverse riflessioni, cui ho dato forma anche grazie allo scambio di idee avvenuto alla fine su Interno Lettori. Ed è così che la mia prima esperienza di lettura condivisa è stata un successo e mi ha fatto capire quanto può essere prezioso il confronto con il gruppo… specialmente davanti a certi libri.

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Nessuna risposta

  1. interno storie ha detto:

    Io per prima dico che se non ci fosse stato il gruppo, difficilmente mi sarei gettata a capofitto in un'impresa simile.
    Faulkner non è per niente facile, sia per scrittura che per contesto storico e sociale. Secondo me, la parte più coinvolgente riguarda la biografia di Christmas e per quell'ambiguità genetica che arriva fino in capo alla vicenda.

  2. la Sere che legge ha detto:

    Sono d'accordo, anche per me la storia di Christmas è stata quella più coinvolgente. Sono state le uniche pagine che ho letteralmente divorato. In ogni caso,grazie di questa bella opportunità! 🙂

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