LETTERE DI UN CATTIVO STUDENTE ** RAGAZZI

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Scheda del libro

TITOLO: Lettere di un cattivo studente
AUTORE: Gaia Guasti
EDITORE: Camelozampa
ANNO: 2017
PAESE: Italia
ETÀ: dai 12 anni
TRAMA: Sette lettere scritte da un ragazzino indicativamente della scuola media, il classico cattivo studente, che fa i dispetti ai compagni, non studia e viene sospeso da scuola. Sette lettere in cui cerca di raccontare cosa prova e cosa gli passa per la testa.

Le mie riflessioni

Certamente abbiamo avuto tutti un compagno di scuola che prendeva solo brutti voti e faceva il bullo E magari noi abbiamo sempre pensato che fosse sciocco comportarsi così e ne eravamo anche infastiditi. Ora immaginiamo che quel compagno un giorno ci avesse scritto una lettera per raccontarci come si sentiva e spiegarci perché si comportava così… forse dopo l’avremmo guardato con occhi diversi.

Il protagonista del libretto di Gaia Guasti è uno di questi cattivi studenti, che tutti cercano di evitare, insegnanti e preside compresi, e che non ne combina una giusta.

«Mi sospenderanno, per tre giorni stavolta […]. Come se non lo sapessi che è solo per non vedere la mia faccia per tre giorni».

A un certo punto immagina però di mettere per iscritto le proprie emozioni e pagina dopo pagina il lettore finisce per provare una grande tenerezza per questo ragazzino. In un climax di amarezza, si evidenzia il senso di inadeguatezza del protagonista, che davanti alle naturali difficoltà ad apprendere cose nuove, perde fiducia nelle proprie capacità e, senza neanche accorgersene, getta la spugna. Ma quale alternativa avrebbe, sentendosi continuamente dare – più o meno esplicitamente – dello stupido? Non è forse inevitabile che finisca per crederci lui stesso e comportarsi di conseguenza?

«Ma lo sa cosa vuol dire quando per anni, dalla mattina alla sera, ci si sente uno stupido senza cervello? Ci provi lei a mantenere la motivazione, dopo».

Certamente la responsabilità rimane almeno in parte sua: è lui che tagliuzza lo zaino della compagna e che non studia la lezione, ma non sono necessari lunghi studi di psicologia e pedagogia per sapere che i comportamenti di chi ci circonda influenzano profondamente il nostro modo di agire. Il giudizio degli altri ha un potere fortissimo, oserei dire devastante: il nostro protagonista – e come lui, tanti altri cattivi studenti – non è riuscito a metabolizzarlo e ha gettato la spugna, ferito. I suoi 4 in pagella e le sue bravate non sono altro che una disperata richiesta di aiuto, usando quello che forse è l’unico modo che gli è rimasto per comunicare. Ma forse non è troppo tardi per rimediare…

I compagni egocentrici e zero empatici, un professore ormai completamente demotivato a insegnare, un preside capace di infliggere solo punizioni, genitori a loro volta frustrati da vite poco gratificanti e infine un Ministro della Pubblica Istruzione che si lava la bocca con paroloni, ma nei fatti pensa solo a tagliare i finanziamenti: eccoli i personaggi che ruotano intorno allo studente del libro e forse non si scostano troppo dalla realtà di molti ragazzini.
E la parte interessante è che ci siamo tutti lì in mezzo e siamo tutti parte in causa. Gaia Guasti riesce però a far crollare la nostra sicurezza e ci fa un regalo prezioso: ci offre un altro punto di vista. Per 45 pagine navighiamo nella mente del cattivo studente, arranchiamo con lui, sudiamo freddo all’idea della pagella e soffriamo davanti alla mancanza di approvazione e di comprensione da parte degli altri. Già alla seconda lettera non possiamo rimanere indifferenti davanti a tanto disagio e arrivati all’ultima vorremmo abbracciare il ragazzino e dirgli quanto vale, anche lui… come tutti.

Penso che lo regalerò a tanti questo libro, professori, studenti ed ex-studenti, perché ogni tanto – spesso – è importante cambiare paio di occhiali e vedere oltre la semplice apparenza.

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