BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR everywhere
… in fiera e in città
Come ogni anno, la Bologna Children’s Book Fair travolge la città come un fiume in piena, carico di colori, lingue di paesi lontani, artisti, editori e tante iniziative dentro e fuori dalla Fiera. Ogni volta mi dispiace che ciò che si svolge nei padiglioni di Piazza della Costituzione sia esclusivamente rivolto agli addetti ai lavori e che non preveda anche solo una giornata di apertura al pubblico che, ne sono certa, ne sarebbe entusiasta. Io stessa fatico sempre molto ad entrare, ma forse l’anno prossimo metterò via un po’ di timidezza e mi presenterò come blogger. E punto.
In ogni caso ieri sono riuscita a concedermi un pomeriggio intero tra gli stand, galleggiando tra miriadi di libri in tutte le lingue. Un vero paradiso… nonostante alla fine la schiena urlasse dal dolore e le gambe non reggessero più i miei miseri 44 Kg, a cui se n’erano via via aggiunti altri 3 o 4 di cataloghi, libri, volantini e segnalibri. Ogni tanto mi ripromettevo di fermarmi a riposare su una panchina o al bar, ma non riuscivo a smettere di guardarmi attorno, sfogliare, desiderare e scattare foto. Un elenco alla mano di tutte le case editrici italiane dalle quali era d’obbligo passare – Topipittori, Lapis, Sinnos, Kite, solo per citarne alcune – e una lista dei desideri sempre più lunga. Poi il passaggio ai padiglioni 29 e 30 con editori da tutto il mondo. Un giro tra i colori sgargianti della Korea, poi la Cina, la Francia, il Portogallo e la Spagna, e qui ho trovato di che stupirmi tra le proposte di Edelvives (Spagna).
Ormai stremata, sono passata alla mostra degli illustratori, che quest’anno era disposta in orizzontale, su tavolate lunghe: molto coreografica, ma forse un po’ meno fruibile in caso di ressa. Un giretto veloce al bookshop e poi qualche minuto di riposo su una delle tanto fotografate amache degli illustratori catalani.
In tutto questo ho fatto scorta di cataloghi e cartoline, ma ho acquistato molto poco. Non perché non fossi attratta da questo o da quell’altro titolo, ma perché solitamente preferisco segnare e poi comprare con calma, nel tempo, là dove sono abituata ad andare. Certo, avrei puntato volentieri sui libri stranieri, a Bologna altrimenti introvabili, ma di quelli ce n’erano pochi in vendita e quindi, eccezionalmente, dovrò ricorrere a internet.
Ma basta chiacchiere, forse le fotografie potranno regalarvi un po’ dell’emozione che si respirava là dentro!
Alcuni dei libri premiati
In giro tra gli stand
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Lo stand di Kite |
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Silent Book Contest – On my way home di Vlada Shoskina & Polina Doroshenko (Ucraina) |
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Francia |
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Korea |
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La scrivania di Astrid Lindgren |
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Istituto Superiore per le Industrie Artistiche |
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Istituto Superiore per le Industrie Artistiche |
La mostra degli illustratori
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Le gettonatissime amache degli illustratori catalani |
Qualche incursione in città
… alle quali ne seguiranno altre, spero, per recuperare un po’ delle mostre inaugurate in settimana.
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The ZOO inside Beatrice Alemagna |
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Beatrice Alemagna |
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Gaia Guasti a La confraternita dell’uva con gli editori di Camelozampa, il libraio e V. da Torino |
Prossimi acquisti italiani e non
Ieri questo era introvabile, sia in italiano che in inglese, ed è quindi andato a gonfiare la mia già infinita lista dei desideri.
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La bambina dei libri di Oliver Jeffers e Sam Winston |
Ecco una delle delizie di Edelvives, che prenoterò subitissimo su internet. Il lupo non muore e Cappuccetto Rosso ha bisogno di un paio di occhiali da vista. Lo voglio!
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Lo que no vio Caperucita Roja di Mar Ferrero (Edelvives, Spagna) |
Per fortuna quest’ultimo libro illustrato da Isabelle Arsenault uscirà presto anche in Italia. Per il momento io mi posso concentrare sugli altri due già pubblicati da Mondadori (Jane, la volpe & io e Louise e i suoi fantasmi), che spero entrino prestissimo a far parte della mia libreria.
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Cloth Lullaby. The woven life of Louise Bourgeois di Amy Noveski, illustrazioni di Isabelle Arsenault |
Potrei aggiungerne altri dieci o undici, pescando solo tra quelli che ho visto ieri in fiera… ma credo che ci sia già abbastanza carne al fuoco per un mese intero di sogni a occhi aperti.
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