FRIDA KAHLO. OPERETTA AMORALE A FUMETTI
Scheda del libro
TITOLO: Frida Kahlo. Operetta amorale a fumetti
AUTORE: Vanna Vinci
EDITORE: 24 Ore Cultura
ANNO: 2016
PAESE: Italia
TRAMA: Una biografia a fumetti dell’artista messicana, a partire dalla sua infanzia, l’incontro con la pittura, la malattia, l’incidente, gli amori, la politica, il dolore e infine la morte.
Le mie riflessioni
Quando, ormai quasi un anno fa, la galleria ONO Arte Contemporanea di Bologna espose alcuni bozzetti e disegni di Vanna Vinci che sarebbero poi andati a comporre Frida Kahlo. Operetta amorale a fumetti, iniziai ad attendere impaziente l’uscita del volume.
Come tanti altri, anch’io sono sempre stata colpita dalla triste e allo stesso tempo affascinante storia di questa donna che ha combattuto tutta la sua breve vita contro il dolore fisico ed emotivo. Una vita faticosa, segnata da tante difficoltà, ma al tempo stesso vissuta con un’intensità straordinaria. Quella della Vinci è quasi un’autobiografia, narrata in prima persona da Frida, a quattro mani con la Morte, sua fedelissima compagna, che nel corso degli anni se l’è portata via un pezzettino alla volta.
Ed è forse qui il fulcro del libro: il corpo dilaniato, le sofferenze che gli vengono inflitte nel corso degli anni attraverso corsetti di ogni sorta, operazioni, tiranti, aborti e i mesi trascorsi a letto. Già a sei anni Frida si ammala di poliomielite e la malattia le lascia una gamba più sottile dell’altra, attirando su di lei scherni crudeli da parte dei compagni; ancora una bambina, si chiude così pian piano in un mondo fantastico, tutto suo, nel quale impara a dominare l’inquietudine e la solitudine, grazie all’esempio di suo padre. Ma è l’incidente del tram, avvenuto il 17 settembre del 1925, che segna definitivamente il destino del suo corpo e della sua carriera:
«È stato il momento più importante della mia vita! L’inizio della mia disintegrazione! E tu eri venuta a prendermi».«Sì, ero sicura che ti avrei portato via in pochi minuti».«Forse avresti dovuto».«Non era stato possibile. Non me lo avevi permesso! Però, poi ti ho presa piano piano!».«Sì, una morte molto lenta, ma inesorabile!».
E da questo momento comincia un vero e proprio calvario senza fine, che le toglierà tanta energia, ma che non la vedrà mai arrendersi e gettare la spugna. Combattiva fino all’ultimo, riuscirà a tirare fuori ogni goccia di vita dai suoi giorni, tuffandosi con decisione nella passione, che appare così evidente e così prepotente nei suoi quadri.
Ma non solo sofferenza fisica. Vivendo tutto con tanta intensità, anche le emozioni sono portate all’estremo e l’amore è esplosivo, come la tristezza, la disperazione, la gelosia… Dall’amore per Diego, perverso, passionale e sensuale, a quello per i diversi amanti che le sono sfilati davanti, uomini e donne, tutti vissuti con grande trasporto dei sensi. Un corpo martoriato, ma che Frida non teme di mettere in gioco con la sua forte carica erotica, per trarne ogni possibile attimo di piacere.
Ma il dolore più grande glielo infligge proprio Diego, il suo grande amore, che la tradisce con chiunque – persino con Cristina, sua sorella preferita – in un gioco infinito e perverso di tira e molla.
«Avevo capito bene una cosa… che nella mia vita c’erano stati due grandi incidenti, il primo era farmi schiacciare da un tram… e il secondo incontrare Diego…»
E sulla natura del loro amore non posso non riflettere: spesso preso a esempio di grande passione – sicuramente innegabile – ma al tempo stesso così malato, crudele, ossessivo… così privo di rispetto per se stessi. Frida, intellettualmente indipendente e sicura, intrappolata in un amore di grande dipendenza. E ovviamente Diego non ne viene fuori bene: qualunque versione della loro storia non fa che confermare la mia idea di un uomo egoista e infantile, al punto da non riuscire a frenarsi nemmeno davanti alla sofferenza della donna che dice di amare con tutto se stesso. Capace di ascoltare solo l’istinto animale che lo spinge tra le braccia di tutte le donne che incontra:
«Si sarebbe scopato tutte le donne, anzi, se le scopava tutte… per lui era come mangiare o pisciare! Una questione fisiologica!»
Vanna Vinci ci mostra una Frida vera, cruda, propensa alle parolacce e ricoperta di peli, senza però perdere la sua femminilità quasi sconvolgente. Tra le pagine del libro abbondano il sangue, le vene, i cuori pulsanti, i nudi di donna, e, ancora una volta, il corpo ferito della protagonista, in un alternarsi e intrecciarsi di fumetti e riproduzioni di quadri. Ma Frida rimane donna, dicevo, forse anche grazie alla sua passione, ai colori sgargianti dei suoi abiti da Tehuana, i gioielli e le acconciature tradizionali. E proprio così appare la voce narrante, nel suo abito rosso, e nella sua corona di fiori, con la sigaretta sempre accesa e spesso in lacrime, mentre la Morte, accanto a lei, assume di volta in volta sembianze diverse.
Un libro da leggere e sfogliare con calma, qualche pagina alla volta, senza correre, per essere sicuri di cogliere tutte le sfumature dello spettro emozionale di Frida Kahlo, in un lungo, intimo, ritratto.
Meravigliosa storia che prende vita e colore grazie alle bellissime illustrazionidi Vanna Vinci. Un opera passionale ed avvincente che mostra il coraggio e l'amore di una grande artista che la lotta tra la vita e la morte. La femminilita' e il sesso che fioriscono e si intrecciano con naturalezza in un corpo martoriato dalla malattia.
La cultura precolombiana e l'europa intellettuale si confrontano nelle splendide opere di Frida dove ogni segno ed ogni figura nascondono un significato profondo e spirituale.
Da leggere, vedere ed amare…
Ira Miliucci
Grazie Ira per il commento. Sono d'accordo con te, un libro da leggere, vedere e amare! 🙂