#disegniEparole – BUIO

Che cos’è #disegniEparole

#disegniEparole è una rubrica che esce quando capita. Avrei voluto dargli una cadenza fissa, ma sono ahimè succube di iperboliche settimane che finiscono per ingarbugliarsi sempre all’inverosimile, nonostante i miei migliori propositi di vivere senza corse contro il tempo e senza fiato corto.
Ogni appuntamento è occasione per approfondire un argomento diverso, attraverso uno o più albi illustrati. La rubrica mi porta in giro per librerie e biblioteche alla scoperta di case editrici, illustratori e libri di tutti i formati e colori.
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Il BUIO per #disegniEparole

Oggi parliamo del BUIO

Il buio – Chi ha paura del buio? Bene, tanto per cominciare io. Esatto, non l’ho mai abbandonata del tutto, nonostante sia entrata da ormai innumerevoli anni nella cosiddetta età adulta e ogni tanto torna a farmi compagnia, subdola e meschina. La lucciola da notte, gialla, azzurra o rossa non è mai stata riposta nel cassetto: è sempre lì, pronta all’uso, in caso di un attacco di buite acuta. Insomma, capirete che le passeggiate notturne, le serate estive a guardare le stelle e la casa silenziosa, ma scricchiolante, durante le notti solitarie (perché alla luce del giorno invece tutto tace?) non sono esattamente i miei momenti migliori, anche se con l’età ho imparato a conviverci e a fare buon viso a cattivo gioco.
Una lucciola per lanterna di Gabriele Alborozo
E quindi ovviamente non posso che sentirmi particolarmente vicina a tutti i piccoletti intimoriti dalle tenebre e proprio pensando a loro (e a me), mi sono avventurata in questa ricerca di albi illustrati a tema. Non sono certo rimasta sorpresa dalla vastissima scelta, per i più piccoli e per i più grandicelli, con mostri, ombre e lucine improvvisate. Ma come sempre, mi sono lasciata affascinare dalla magia… e cosa c’è di più magico delle lucciole, che ad ogni respiro accendono e spengono il pancino? Ed è così che il mio sguardo è caduto su Una lucciola per lanterna di Gabriel Alborozo. Nina ha paura del buio e, come facevo io un tempo non troppo lontano, tiene sempre una lucina accesa affianco al letto, ma una notte la corrente salta e la stanza sprofonda nel buio. La bambina esce in giardino e lì rimane abbagliata da uno splendido sciame di lucciole; ne rinchiude una dentro a un barattolo di vetro e rientra in casa. Convinta di aver trovato una nuova amica, si ingegna per intrattenerla e, mano a mano che la luce del piccolo insetto si affievolisce, Nina fatica a capirne il perché. Dopo vari goffi e teneri tentativi, ecco che le sorge un dubbio… la lucciola ha forse bisogno della sua libertà per poter continuare a brillare? E infatti, non appena uscita dal vasetto, ecco che risplende più che mai, incontro alle sue compagne di volo. Ma Nina non si lascia scoraggiare: insieme alla piccola amica, è volata lontana anche la paura e lei può ora riposare serena, grazie al luccichio che penetra dalla finestra.
Una lucciola per lanterna di Gabriele Alborozo
Il rispetto prima di tutto, dunque: per gli altri che, al pari nostro, hanno diritto alla propria libertà; ma rispetto anche per la natura, che non va forzata per fini puramente personali e, se trattata come merita, saprà ripagarci con la stessa amorevolezza.
Il nero del buio è squarciato qua e là dal bianco dei bagliori, accecanti. Un bianco e nero quasi assoluto, interrotto solo dal giallo delle lucciole e dal rosso degli abiti di Nina, in un gioco di paura e sorpresa. Una dolce fiaba della buonanotte da leggere insieme a mamma e papà, ma anche da provare a scorrere da soli, grazie ai brevi testi prevalentemente in stampatello, perfetti anche per i giovanissimi lettori.
Il buio scritto da Lemony Snicket e illustrato da Jon Klassen
Anche Lucio ha paura del buio, nonostante (e forse non a caso) il suo nome significhi proprio luminoso. Sto parlando de Il buio scritto da Lemony Snicket e illustrato da Jon Klassen, un altro esempio in cui il protagonista si trova a fare i conti con i propri timori.
Di giorno il buio si nasconde dietro ai mobili, nello sgabuzzino e per lo più di sotto, in cantina, mentre di notte esce e invade tutta la casa. Lucio è spaventato, ma al tempo stesso è curioso e tutte le mattine, dall’alto delle scale, saluta il suo nemico. Anche qui la solita lucina sempre accesa in camera da letto e una torcia a portata di mano, ma una notte la stanza piomba nell’oscurità. È proprio ora che Lucio sente una voce che lo chiama… ed è lui, il buio, che lo invita a scendere per potergli mostrare una cosa. Giunto in cantina il bambino vi trova una cassettiera e dentro al secondo cassetto risplendono numerose lampadine, con cui sostituire quella, ormai fulminata, della camera. E vinta la paura, la mattina dopo, Lucio scende nuovamente in cantina, sperando di trovare il suo nuovo amico che ora però dorme, ma che uscirà ancora, ogni notte, a sorvegliare la casa.
Un buio, dunque, personificato, una voce amica che mostra al protagonista la necessità delle tenebre, prima tra tutte la più semplice, quasi banale:
«senza il buio tutto sarebbe costantemente illuminato, e non sapresti mai quando usare una lampadina»
Le ombre della prima parte del libro lasciano il posto al nero pesto della notte, squarciato dal fascio di luce della torcia, che inquadra gli stessi ambienti di poche pagine prima, sotto un’ottica diversa. Domina il minimalismo estremo: una sedia, un comodino completamente vuoto, una macchinina lasciata per terra… nient’altro a caratterizzare gli spazi, che appaiono così spogli e spettrali. Ma ci pensa la luce a infondere sicurezza e senso di protezione con le tonalità calde del marrone e dell’arancione, che risplendono più che mai nell’ultima tavola, dove uno spettacolare tramonto non sarà più preludio di paura, perché ormai Lucio non teme più il buio.
Via buio, togliti scritto da Hélène Gaudy e illustrato da Simone Rea
Molto diversa è invece l’atmosfera in Via buio, togliti scritto da Hélène Gaudy e illustrato da Simone Rea. Dai colori pastello, brillanti, chiari e accoglienti, con mamma e papà che accompagnano il figlioletto, ognuno a modo suo, in questo incontro un po’ tumultuoso con l’oscurità. È ora di andare a letto, ma Oscar non ci vuole andare: corre, salta, scappa e cerca di ritardare quanto più possibile il momento della buonanotte. Dietro a tanta irruenza si nasconde la paura per il buio, certo, ma anche quella per l’ignoto, il silenzio, il senso di abbandono. La mamma cercherà di convincerlo con tante parole, insegnandogli a giocare con la fantasia, inventare storie, contare le pecore e dipingere il buio di mille colori. Infatti non tutti i neri sono uguali: c’è il nero chiaro dell’orsetto, quello blu della finestra o ancora quello lanoso del maglione. E pian piano Oscar si calma e finalmente si addormenta. Mamma e papà possono ora godersi un po’ di quell’intimità che, con l’arrivo di un figlio, viene improvvisamente a mancare.
Una famiglia moderna, oserei quasi dire un pelo radical chic: la mamma indossa i pantaloni, il papà aiuta a sparecchiare e, seppur senza mai dire una parola, è presente e accompagna con una tisana e un latte caldo il figlio e la moglie. Nel salotto troneggia un magnifico giradischi (che non poteva passarmi in osservato), libri, piante, quadri, qualche gioco disordinato… insomma una casa reale, vissuta e particolarmente gradevole. E poi i nomi scelti, il figlio Oscar e il gatto Edoardo, inusuali e simpatici.
L’ora di andare a letto, con la sua dose di buio e di solitudine, è sicuramente uno dei momenti critici per molti bambini, che, come Oscar, all’improvviso vogliono provare tutti i giochi del mondo, mostrando il loro lato iperattivo. Proprio ieri mi è saltata agli occhi una vignetta spiritosa postata da un’amica su Facebook, alludendo alle energie sempre alle stelle di sua figlia, anche dopo cena. Insomma, niente di nuovo!
I disegni a matita e pastelli su cartonlegno di Simone Rea sono delicati e minuziosi di particolari. Il nero non è più nero assoluto, ma prende tante sfumature di grigio, proprio come nelle parole della mamma. C’è poi un azzurro rincuorante del buio della stanza e del mondo dei sogni, il rosso dell’amicizia e del gioco (oltre che dell’amore) e tanti pois che sprizzano allegria, per una storia che scaccia la paura e ci avvolge come un caldo abbraccio.
E quindi ora non mi resta che mettermi alla prova. Basta paura e spazio alla fantasia!

Ecco i libri citati

TITOLO: Una lucciola per lanterna
AUTORE: Gabriel Alborozo 
EDITORE: Sinnos 
ANNO: 2016 
PAESE: Gran Bretagna 
ETÀ: dai 4 anni
TITOLO: Il buio 
AUTORE: Lemony Snicket (testi) 
e Jon Klassen (illustrazioni) 
EDITORE: Salani Editore 
ANNO: 2013 
PAESE: Stati Uniti 
ETÀ: dai 4 anni
TITOLO: Via buio, togliti 
AUTORE: Hélène Gaudy (testi) 
e Simone Rea (illustrazioni) 
EDITORE: Topipittori 
ANNO: 2015 
PAESE: Italia 
ETÀ: dai 3 anni

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Nessuna risposta

  1. la Sere che legge ha detto:

    Grazie! Vado subito a leggere il vostro articolo. 🙂

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