#PARLAchiLEGGE 9
Che cos’è #PARLAchiLEGGE
Oggi parla Arturo
Era giugno quando R., nel corso di una delle nostre conversazioni bulimiche a base di libri, mi ha consigliato di seguire le video-recensioni de Il seminalibro. Ho ovviamente seguito subito il suo consiglio, rimanendo più volte piacevolmente colpita dalle scelte letterarie del suo autore, sempre particolari e sempre alte. Ma chi si immaginava che, di lì a pochi mesi, avrei avuto l’occasione di ospitare proprio lui su questa rubrica? Ebbene, forse oggi si stupirà anche la mia amica R….
Sono Arturo e amo i libri da sempre. Il mio primo ricordo legato a loro è quello di mia nonna che mi legge Salgari. Poi, crescendo in un piccolo paese in Piemonte dove non c’erano librerie, mi sono iscritto a uno dei tanti, e criticati, club del libro per corrispondenza, ed è stata la mia salvezza. Ho avuto la possibilità di leggere di tutto. Ho studiato a Bologna e qui ho cominciato a lavorare in libreria, cosa che faccio ancora oggi. E lì la tentazione è continua: le novità che arrivano, l’odore della carta, le presentazioni con gli autori… Da questa passione è nato anche Il seminalibro, pagina Facebook nella quale racconto i libri che amo.
Quanti libri hai letto negli ultimi dodici mesi?
All’incirca una trentina. Ho sempre tre o quattro libri “iniziati” che tengo lì e, a seconda dell’umore, mi dedico a uno o all’altro.
Carta o digitale?
Ho letto solo un paio di libri in digitale: carta, sempre carta, fortissimamente carta.
Libreria, internet o biblioteca?
Per deformazione professionale, e per amore incondizionato, libreria. Passeggiare, vedere i libri, cercare tra gli scaffali, scovare titoli inusuali è un’attività che in me ha creato assuefazione. Posso passare ore in una libreria.
Se ti chiedessi due titoli?
Due titoli che, in periodi diversi della mia vita, hanno rappresentato un rifugio: Anna Karenina di Lev Tolstoj e 1Q84 di Haruki Murakami (Einaudi). Da entrambi, quando li ho terminati, mi sono staccato a fatica: per giorni ho avvertito la dolorosa mancanza di quei personaggi.
Per immaginarti meglio, dove leggi di solito?
Sul divano, con i miei due gatti o su di me o accanto a me. E ogni sera a letto, prima di addormentarmi.
È il momento della confessione: un libro che hai abbandonato?
Credo fermamente nel diritto del lettore di abbandonare un libro (e non solo perché lo ha scritto Pennac). La lista sarebbe interminabile: più vado avanti con gli anni e meno è il tempo che rimane per leggere. La scelta, e di conseguenza l’abbandono, diventa giocoforza: ci sono troppi libri interessanti per concedersi il lusso di perdere tempo con quelli che non ci convincono. Se devo nominare dei titoli, mi limito ad alcuni grandi successi: La ragazza del treno di Paula Hawkins (Piemme), La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker (Bompiani) e Gomorra di Roberto Saviano (Mondadori).
Confessione n.2: segnalibro o vergognose orecchie?
Segnalibro. Ne ho moltissimi e sono sparsi per casa. Quando inizio un libro scelgo anche un segnalibro che a mio avviso possa essere in sintonia con il titolo che sto leggendo. Non è una questione estetica, ma solo di affinità. Il libro che leggo è un “luogo” mio, nel quale decido di passare del tempo, quindi devo sentirmi bene ogni volta che lo apro e lo leggo.
Una foto della tua libreria di casa?
Ecco due foto, perché la mia libreria è “spezzata” da una porta.
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Per seguire le semine di Arturo su Il seminalibro, visita la sua pagina Facebook.
Sono stata rapita dalla sezione dei Meridiani Mondadori…
Brava, che li hai visti… eh si, il nostro Arturo ne ha proprio tanti… forse tutti? Glielo chiederemo.