Scheda del libro
TITOLO: Nessuno scompare davvero
AUTORE: Catherine Lacey
ANNO: 2014
PAESE: Stati Uniti
TRAMA: Elyria ha ventotto anni, un marito e un lavoro stabile. Di punto in bianco lascia tutto e scappa in Nuova Zelanda senza dare spiegazioni a nessuno. Per diversi mesi si arrabatterà tra passaggi in autostop, lavoretti di fortuna e bivacchi improvvisati per passare la nottata. Sola con i suoi ricordi e un bufalo interiore che la tormenta, annasperà alla ricerca di un po’ di pace e tranquillità.
Le mie riflessioni
Negli ultimi mesi mi sono imbattuta spesso in questo libro su Twitter e su vari blog e mi sono fatta influenzare dall’entusiasmo che sembrava aver suscitato in chiunque. In partenza per la
fiera di Torino, mi ero ripromessa di non acquistare più di due o tre titoli, anche solo per la fatica di dovermeli scarrozzare tutto il giorno in borsa. Preferivo segnarmi i titoli, per poi poterli cercare con calma in biblioteca o in una delle mie librerie di riferimento di Bologna. Alla fine della giornata, passando davanti allo stand di Edizioni SUR, ho però deciso che questo dovevo prenderlo… mi aveva incuriosita molto la febbre per
#NessunoScompareDavvero, che sembrava dilagare sul web.
Purtroppo non avevo messo nel conto che mi sarei imbattuta in un personaggio così irritante, oserei dire quasi dire disturbante o quanto meno disturbato.
Elyria non ha un passato facile e presto si scopre cosa ha realmente lascio dietro di sé a New York: una sorella morta suicida, una madre alcolizzata, un padre assente e un marito anche lui reduce da un lutto simile al suo, che la notte, in preda ai sogni che lo tormentano, tenta più volte di strangolarla. Quindi niente “vita perfetta”, ma Elyria subisce tutto senza mostrare la benché minima emozione. Tutto le scorre addosso senza che lei reagisca in alcun modo: rimugina, rimugina molto, ma non fa assolutamente nulla. Neanche di fronte alla morte della sorella la troviamo sotto shock e riuscirà a piangere solo quando il professore le toccherà una spalla:
«Mi mise una mano sulla spalla come se qualcuno gli avesse suggerito di farlo e per un attimo la lasciò appoggiata lì, e passato quell’attimo mi sgorgarono finalmente le lacrime dagli occhi e cominciai a sentirmi meno inadeguata e più umana verso me stessa».
L’unica cosa che fa veramente è lasciare tutto, senza dare spiegazioni e senza dire dove sta andando. Non mette nemmeno in conto che ciò avrà delle conseguenze, così come apprendiamo verso la fine del libro, dal colloquio con lo psichiatra:
«Che cosa succederebbe se tornassi da tuo marito?
Sarebbe tutto come prima, credo.
Che vuoi dire?
Che andremmo al lavoro e vivremmo nella nostra casa e faremmo tutte le stesse cose che facevamo prima».
Una persona in grandissima difficoltà, depressa, apatica e anaffettiva, che avrebbe un grande bisogno di aiuto, ma programmata per autodistruggersi. Scappa alla prima parola gentile, al primo gesto amichevole, senza mai lasciare entrare veramente nessuno nella propria sfera. Una solitudine immensa, completamente autoinflitta… per che cosa, poi? Per poter continuare a rimuginare e a distruggersi.
Tra i suoi pensieri ce ne sono però anche di bellissimi, che spiegano tanto della vita e delle relazioni umane, ma evidentemente lei non riesce proprio a farli suoi.
«[…] scappare da qualcosa non vuole dire essere liberi, è solo un modo come un altro di fuggire»
«E basta, basta, lo vuoi capire che non ci sono posti migliori o peggiori dove andare e che la gente si rassegna a questo fatto mentre tu, per chissà quale follia, non lo accetti […]?»
Ciao Sere! Felice di averti trovata. Diciamo che questo libro ci ha lasciate con l'amaro in bocca…possibile che un essere umano possa farsi sopraffare così dalle situazioni sgradevoli che la vita gli riserva??? Trovo che reagire volendosi bene e lottando per la propria felicità e appagamento sia l'unica soluzione davvero vincente. Buona lettura Cuore
Buongiorno! Vedo che non sono l'unica che si è lanciata giù dal letto all'alba questa mattina! 🙂
Mah.. in realtà so che purtroppo può capitare di non riuscire a reagire… magari anche solo per una piccola parentesi della propria vita. Rimane tuttavia il fatto che a me fa venire voglia di scuotere la nostra "amica" Elyria, per vedere se così si decide a far qualcosa!
Buone letture anche a te.