DA QUALCHE PARTE NEL MONDO
Scheda del libro
TITOLO: Da qualche parte nel mondo
AUTORE: Chiara Cecilia Santamaria
EDITORE: Rizzoli
ANNO: 2015
PAESE: Italia
TRAMA: Lara ha 12 anni, quando il padre abbandona lei e la madre, scomparendo nel nulla. La loro vita cambia completamente rotta: dal centro di Roma, benestante e ricco di relazioni sociali, ai sobborghi popolari, solitari e cupi. Lara, una ragazzina estremamente insicura, cresce accanto a una madre triste e diffidente, che sogna per lei un futuro ricco di successo elegante e rassicurante. Al suo fianco ci sono però anche Elena, compagna inseparabile, ed Elio, che pian piano le insegna a credere nelle sue capacità. Lara ama dipingere e il suo talento la porta a Londra, dove, in breve, andrà incontro al successo.
Le mie riflessioni
Sapevo a cosa andavo incontro, ma avevo voglia di qualcosa di leggero e, possibilmente, coinvolgente. Ma non mi aspettavo neanche di avere fra le mani un romanzo così spudoratamente chick-lit.
Non conoscevo Chiara Cecilia Santamaria, né avevo mai letto il blog. Peccato… forse avrei capito da subito che il libro non faceva per me.
In realtà nella prima parte non ho potuto fare a meno di sentire una grande simpatia per Lara, in cui ho ritrovato tante piccole o grandi cose di me stessa. Ho amato l’Elio dei suoi pomeriggi adolescenziali, che la incita a dipingere e che crea per lei un angolo di mondo in cui poter esprimere il suo vero Io. Mi sono riconosciuta nella sua incapacità di prendersi la vita in mano e nel suo lasciar condurre il gioco a una madre troppo sicura e cieca. Ho esultato quando, ormai esausta, decide finalmente di rompere i ponti e scappare. Ma poi tutto precipita. Lara arriva a Londra e le succedono tante di quelle cose che neanche a Frida Khalo! Tutti che vedono il mondo intero nei suoi quadri e si mettono a piangere davanti a tanta grandezza, compreso chi di arte non ci capisce proprio niente. Un’epidemia di sindrome di Stendhal tra Roma e Londra! Il gallerista dei big dell’arte contemporanea, che la prende sotto la sua ala, il direttore di «Vogue» che le dedica una copertina della rivista paragonandola proprio a Frida Khalo, la Tate che inserisce un suo quadro nella collezione permanente… insomma, ci mancava solo che arrivasse la Regina e la incoronasse artista del secolo e poi c’era tutto.
Inoltre non so bene, ma la Lara di Londra, più che un’artista, mi sembra una modella isterica. A Roma studia legge e lavora tutti i pomeriggi in merceria con la madre (dove trovi il tempo di studiare e dare esami, non si sa, ma tralasciamo). Indossa jeans e sembra il ritratto della ragazza frustrata e succube di una madre, che non si azzarda a lasciare neanche per una serata con gli amici. Poi diventa un’artista e si presenta con abiti scollati fino all’ombelico, piume di struzzo e diademi, semi-anoressica e con l’ubriacatura facile, tra opening e cene al ristorante.
E l’amore? Lara perde la testa per Delacroix, pazzo come un cavallo, bello, dannato e famoso, che per un po’ (quanto? Un paio d’anni?) fa addirittura il fidanzato. Poi, lasciata, si dispera e sfiora il suicidio, tanto che l’amica (perfetta) corre in soccorso da Roma, con il fantomatico “primo volo”, come nei film… come si trattasse di un autobus urbano. Passa giorni senza alzarsi dalla moquette di casa, non si lava, non mangia, non va in bagno, poi si riprende piano piano. Sembra passare un’eternità… ma neanche 3 mesi dopo incontra Damiano e al primo sguardo se ne innamora. Beata gioventù! E beati artisti, mi viene da dire.
L’unica cosa che resiste di fronte a tutto è l’amicizia. Quella di Elena, l’amica del cuore tipica delle serie TV, quella che comunque vada è sempre lì per te, anche se parti e te ne vai a Londra, quella che ti presta i vestiti, che ti fa conoscere i ragazzi che a lei non piacciono, quella a casa di cui puoi scappare se litighi con mamma… Allora, qui mi chiedo se sono io che ho avuto un’adolescenza particolarmente triste o cosa. Io un’amica così non l’ho più avuta dopo i 13 anni o comunque non per più di 2 mesi alla volta (e scusate amiche, se mi state leggendo… niente di personale). Ma è anche normale così! Si cambia, si fanno scelte diverse, ci si innamora e ci si perde mille volte.
Ma poi c’è anche Elio. Mi viene da dire lo zio che tutte vorremmo… e forse anche tutti, uomini compresi. Un uomo grande, che faccia da padre, ma che non è un padre; che abbia il potere di un adulto, senza la rottura di scatole che a volte è un genitore. Ci andrei anch’io all’Assenzio e vorrei rinchiudermi nel suo scantinato a disegnare (o a scrivere) e ritrovare me stessa. Peccato lo scivolata del drammone d’amore, ma tralasciamo anche questa.
E infine, vogliamo parlare di quanto sono stucchevoli certe frasi?
«ogni attimo di quei giorni ventosi, con l’erba delle praterie che ondeggiava come mare, e il mare che si frangeva contro le scogliere, e le scogliere come piattaforme fino al cielo, le era sembrato di regnare su una dimensione lontana dal mondo che qualcuno le aveva fatto in dono».
O ancora:
«Lara ha continuato a vivere aggrappata ad alcune cose, misurandole, eliminando tutto ciò che a contatto con la pelle delicata dei suoi sentimenti potrebbe lacerarla»
O questa:
«Prestano il corpo ai reciproci fantasmi, si consolano con quella danza come fosse l’unico modo per tenersi in piedi»
… per poi sentenziare «L’amore è una fregatura».
No comment.
ciao
non ho letto il libro, ma la tua recensione è attenta e precisa, condivido il tuo prensiero sulle frasi sono stucchevoli e poi non concordano con la frase finale.
Ciao Maria Lucia, grazie per il commento! 😉
Neanch'io condivido tanto cinismo… certo, come tutto nella vita, anche l'amore ci riserva momenti bellissimi e altri cupi… ma non per questo lo scarterei.