BUENOS AIRES ** ALBO ILLUSTRATO
Scheda del libro
TITOLO: Buenos Aires
AUTORE: Diego Bianki
EDITORE: Media Vaca
ANNO: 2014
PAESE: Argentina
TRAMA: Ventisette parole indissolubilmente legate alla città di Buenos Aires, una per ogni lettera dell’alfabeto spagnolo, illustrate con ritagli di carta salvati all’immondizia e accompagnate da brevi testi di autori vari.
Le mie riflessioni
In attesa di terminare un grande libro che mi sta accompagnando da un paio di settimane, oggi vi parlo di un bellissimo albo illustrato.
Circa un anno fa giravo per il centro di Bologna e a un certo punto mi sono trovata davanti alla libreria Giannino Stoppani. In vetrina, quella sul lato del bar La Linea, spiccava tutta una serie di libri illustrati sull’ambiente urbano e sull’architettura. Già di per sé incuriosita dalla tematica, ho dato una scorsa ai diversi titoli, fino a rimanere folgorata da questo: Buenos Aires. Ho già accennato alla mia passione per tutto ciò che proviene da terra argentina… insomma, sono entrata subito in libreria e ho chiesto direttamente del libro. Quando poi ho scoperto che era in spagnolo, non mi sono persa in chiacchiere, doveva essere mio e SUBITO!
Ora mi sento un po’ stupida, ma ogni volta che sfoglio le pagine del libro, nella mia mente sento un perfetto accento argentino, con le “ll” strisciate, le “z” dolci e la tipica cantilena tremendamente affascinante. Non che io lo sappia fare molto bene: sono stata là solo sei mesi, contro i cinque anni e passa in Spagna e la mia “s” bolognese non aiuta di certo a mimetizzarmi tra la popolazione d’oltreoceano. In ogni caso, nella solitudine del mio salotto, amo fingere un perfetto accento porteño, lasciandomi cullare dal languore dei ricordi.
Ma torniamo al libro. Il sito della casa editrice lo introduce così:
«Qualcuno disse (in tanti lo dissero e non importa chi lo disse per primo) che la città è un libro che va letto con i piedi. Trattandosi di Buenos Aires, è proprio vero: per conoscere questa città è necessario camminare molto e leggerla da una parte all’altra. Bisogna ascoltare tutte le sue voci; anche quelle che si manifestano attraverso le immagini e i testi stampati»
Diego Bianki, argentino, viene incaricato dalla casa editrice Media Vaca di Valencia (Spagna) di scrivere Buenos Aires molto tempo fa… l’autore trascorre tre o quattro anni passeggiando per la città e raccogliere ritagli di ogni tipo: etichette, francobolli, involucri e qualunque altro tipo di carta stampata. Quando la carta arriva a invadere quasi completamente il suo studio, Diego si decide a catalogare il materiale, dividendolo per tematiche: architettura e affini, mezzi di trasporto, animali, insetti, piante, personaggi, tipografia, ecc. Ma anche così i ritagli archiviati cominciano a riempire scatole su scatole e il caos che ne deriva assomiglia sempre di più a quello della città stessa all’attraversarla. È così che nasce il libro.
Come dicevo, il volume raccoglie ventisette parole chiave: delivery, kilombo, ñoquis, vaca, Río, obelisco…
Ognuna di queste ha una sua risonanza particolare all’interno della città e molte le riconosco anch’io, nonostante la mia breve esperienza. Ma ce n’è una in particolare che mi emoziona: Nieve. Il testo che la accompagna è tratto da un articolo di giornale e si intitola «Cae nieve en Buenos Aires después de 89 años» (Nevica a Buenos Aires dopo 89 anni), datato 10 luglio 2007.
Ecco, io c’ero! Al nono piano di un palazzo del quartiere di Belgrano, sono uscita in terrazza a riprendere quel momento magico e inaspettato. E con me, migliaia di persone sono uscite per assistere allo spettacolo, così come canta anche Kevin Johansen.
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9 luglio 2007 – Nevica a Buenos Aires |
Ma anche alla voce Barrios (Quartieri) mi soffermo sempre molto volentieri. In Argentina è abbastanza comune trovare il disegno di una mucca divisa da linee tracciate, con indicati i nomi dei vari tagli di carne da grigliare. È incredibile quanti tipi di bistecche, costoline e salsicce mangino, tutte di manzo e tutte buonissime. Bene, Diego Bianki divide invece la sua mucca in quartieri di Buenos Aires, giocando forse con il logo della casa editrice, ma anche e soprattutto con uno dei grandi simboli argentini.
Com’è giusto che sia per un albo illustrato, il libro è particolarmente curato: formato quadrato, copertina cartonata, interni di due tipi diversi di carta, una liscia e opaca per le pagine e una ruvida per la controguardia e risguardo. Consiglio anche di fare un giro sul sito della casa editrice, dove è possibile guardare alcune delle pagine illustrate.
La quarta di copertina riassume poi perfettamente la filosofia racchiusa tra queste pagine:
«Pensiamo le città come se qualcuno le abitasse davvero» Samuel Bosc.
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