NON AVEVO CAPITO NIENTE

Scheda del libro

TITOLO: Non avevo capito niente

AUTORE: Diego de Silva
EDITORE: Einaudi, Super ET
ANNO: 2007
PAESE: Italia
TRAMA: Vincenzo Malinconico, avvocato semi-disoccupato, 42 anni, separato, due figli, una ex-moglie, psicologa che ogni tanto ricompare e autostima sotto ai tacchi. La vita scorre tra “malinconia” e solitudine, accompagnate da una buona dose di squallore, quando le cose cambiano improvvisamente: da una parte la difesa del camorrista Mimmo ‘o Burzone e dall’altra le avances dell’avvocatessa più bella di tutto il tribunale di Napoli.
Una foto pubblicata da Mosadit 🌲🏫 (@mosadit) in data:

Le mie riflessioni

Come spesso mi capita, chiusa l’ultima pagina, ho cercato informazioni e recensioni di Non avevo capito niente su Google. Ero sicura che non si trattasse di uno di quei libri che fanno incendiare gli animi e che scatenano diatribe… invece mi sono stupita a trovare tanti pareri discordi tra loro. Chi ne decanta lo humor, chi denigra completamente l’assenza (?) della trama, chi ama Vincenzo e chi lo trova spocchioso o sfigato. Io direi che mi posizione a metà. Cioè, il libro è molto piacevole e scorrevole, anche se senza troppe pretese. Il nostro avvocato è sì un po’ imbranato, ma proprio questo (almeno per me, donna) lo rende simpatico e tenero, la storia io l’ho trovata e non mi è neanche dispiaciuta, i personaggi secondari mi hanno fatto sorridere più volte: dalla ex-moglie a Tricarico, guardia del corpo camorrista… al volpino dei coniugi Arethusa. A dir poco esilarante, poi, il parere  di Malinconico sull’amore, che definisce una «malattia della dignità»:

«In altre parole, quando t’innamori diventi un qualunquista di merda. Peggio: un cafone arricchito, che appena fa un po’ di soldi scopre di apprezzare le cose che schifava quando non se le poteva permettere; e poi se ne va in giro a contrabbandarsi per un’anima sensibile, portata per il bello e l’immateriale.»
Al contrario, non trovo particolarmente originale la storia d’amore con la bellona che tutti vorrebbero e che invece non degna nessuno di uno sguardo, anche se è certamente utile per alimentare la curiosità e andare avanti anche durante le numerose digressioni eccessivamente prolisse che io, lo ammetto, ho in parte saltato. In preda alla mia bulimia da lettrice, mi avvalgo infatti sempre molto volentieri del “diritto di saltare le pagine” sancito da Daniel Pennac in Come un romanzo.
Simpatica l’idea di chiamare gli oggetti di casa/ufficio con il nome Ikea, anche se già alla terza Skruvsta o Stefan aveva reso l’idea. Un po’ retorico e qualunquista è invece il continuo parallelo Ikea=sfigato. Sarà che qui mi sento presa in causa, ma temo che ci si senta il 90% della popolazione italiana ed europea. Sfido chiunque (con uno stile di vita normale) a trovare più di 3 o 4 pezzi di arredamento NON Ikea in casa propria. E c’è poco da vergognarsene. Sicuramente le  nostre vite (casa e ufficio) non spiccano per l’originalità degli oggetti che ci circondano, ma resta pur sempre il fatto che una sedia Stefan (molto simile a quella che io stessa ho in cucina) costa 24.99€ e in pochi possono permettersi di acquistare un set da 4 a 80 o 100€ l’una da un mobiliere X. Quindi, o De Silva è abituato troppo bene, o non me la racconta giusta! Vuoi dire che non possieda neanche un Bestå o un Billy? Bah…
Ecco, quando parto con le critiche e la polemica, chi mi ferma più? Ma ripeto, è stata una bella lettura, che mi ha accompagnata in diversi viaggi in autobus e mi ha sollevato il morale in un lungo weekend influenzato e per questo ringrazio la mia amica E. che me l’ha regalato! (Ogni tanto i libri li compro anche, eh!)
Poi magari un giorno leggerò altro di Diego De Silva, seguendo i consigli che ho trovato in rete.

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Nessuna risposta

  1. Unknown ha detto:

    A me De Silva piace! O meglio il suo avvocato Malinconico mi ha conquistata subito con il suo qualunquismo, i suoi mobili ikea e la sua storia con la bellona… In più trovarmi a ridere, ridere di gusto intendo da soli nel letto o sull'autobus o in bagno pensando a questa specie di antieroe che però contiene parti di tutti noi mi ha davvero sollevata. E chiaramente costretta a leggere tutta la triade! Ti consiglio comunque di leggere anche altro di De Silva che ha toni leggeri ma sa fare anche il serio. Io ho appena finito di leggere "Terapia di coppia per amanti", ma rimanda a quel genere di personaggi che un po' criticavi; quindi forse ti piacerà di più "Mancarsi", non so… Valeria

  2. la Sere che legge ha detto:

    Grazie per i bei consigli… che sai che seguo sempre molto volentieri! 😉
    In realtà anche a me è piaciuto l'avvocato.. e anche i personaggi secondari. Critico solo le numerose disgressioni e il luogo comune ikea=sfigato, proprio perché io dentro all'ikea ci dormirei anche e mi quindi ho la coda di paglia. Hihi…

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