HARPER LEE E UMBERTO ECO… RICORDI
Il weekend appena passato si è aperto con due grandi perdite per il mondo delle lettere… e della cultura più in generale. Dopo la notizia della morte di Harper Lee, sabato mattina mi sono svegliata con quella della scomparsa di Umberto Eco. Tanto si è scritto in questi giorni di entrambi… e io non credo di poter aggiungere molto, o quantomeno niente di autorevole. Provo comunque a salutarli a modo mio, con qualche ricordo… e qualche banalità.
Che dire di Harper Lee? Non ho letto i suoi due romanzi, ma per anni, da bambina, ho visto il volumetto de Il buio oltre la siepe, nella libreria di casa, in alto tutto sulla sinistra, sopra al pianoforte. Ho sempre pensato che Harper fosse un uomo e che il libro fosse un thriller. Qualche mese fa è poi uscito il suo secondo romanzo e se ne è parlato molto, poi per caso ho visto il film del primo e, nonostante non mi abbia particolarmente entusiasmata, mi ha fatto venire voglia di leggere il libro. Aggiunto subito alla mia wishlist.
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La copia di mia sorella. Chissà dov’è finita la nostra vecchia edizione Bompiani… |
Su Umberto Eco mi sento invece più preparata! Ma di poco… infatti non ho mai assistito a sue lezioni o
discorsi, anzi, non l’ho mai visto dal vivo e non credo di averlo mai sentito parlare. Forse perché sono stata via dall’Italia per diversi anni o forse perché fino a poco tempo fa non possedevo neanche una televisione, ma quando sabato ho visto sue foto recenti, mi sono accorta di avere ancora in mente un Umberto Eco di almeno 15 più giovane.
Ricordo però il racconto di mio padre: estate 1984, Puglia, lui si schiaccia una mano nella portiera della macchina e passa la notte intera sveglio dal dolore e con le dita pulsanti, divorando Il nome della rosa per farsi coraggio. Da lì diventa il suo libro preferito e ancora oggi penso non sia riuscito a sostituirlo con altro. Nell’86 esce il film e i miei genitori mi portano immancabilmente a vederlo al cinema. Io bambina, mia sorella quasi adolescente, ma entrambe ripetiamo per anni «Sputa, sputa, thank you very much» e giù a ridere come matte.
Al liceo, me ne viene poi assegnata la lettura come compito delle vacanze: metà della classe odia il professore di storia e a settembre si scatena l’inferno, durante la discussione in classe. Le lunghe parti descrittive e più storiche hanno annoiato a morte quasi tutti. Io, invece, ho già imparato a saltare in qua e in là ciò che mi impedisce di proseguire in preda all’estasi e non ho quindi grossi problemi a smaltire le 500 e rotte pagine. Certo, ho sorvolato proprio su quelle parti che al prof di storia interessano maggiormente, ma questo lui non lo viene mai a sapere. E poi sarebbe come leggere I promessi sposi e soffermarsi meticolosamente sulle lunghe descrizioni storiche del Manzoni. Cioè, un vero letterato certamente lo fa, ma a noi comuni mortali ciò che resta a distanza di anni sono l’amore di Renzo e Lucia, le avventure della Monaca di Monza, i Bravi e al massimo la peste. Il resto è contorno.
Alle prese con la stesura della tesi, è poi la volta di Come si fa una tesi di laurea. Me lo consiglia il correlatore, temendo che non riesca a mettere insieme le mille idee scollegate tra loro che ho raccolto in mesi di ricerca sul campo. Ovviamente è risolutivo. In questi giorni mi sono poi resa conto che quel libretto deve essere passato tra le mani di un buon 80% dei laureandi italiani dagli anni’70 a oggi! Mica brustolini!
Dopo questi ricordi, non mi resta che concludere con una frase dello stesso Umberto Eco, che mi piace particolarmente (ora speriamo che sia veramente sua, vista la nuova moda di declamare citazioni fasulle):
«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.»
Tante tantissime cose mi vengono in mente, cara (Ser-N)ena.
Primo: che mai avevo postato qualcosa su un blog in vita mia.
Secondo: bellissimo Umberto Eco che cammina vecchione e ciondolante tra i corridoi librosi di casa sua.
Terzo: e papà che, ogni volta che passano il film Il nome della rosa in tv, se lo guarda?!
Quarto: io mi sono letta sia le parti storiche di Umberto Eco sia le descrizioni di luoghi e tempi de I promessi sposi… Devo farmi curare? (Ma, dico la verità, non ho letto Il pendolo di Foucault).
Quinto: la scena del fraticello Adso con la paesana è pesantuccia ma, oltre ogni mio timore professionale, anni fa un alunno di 13 anni, dopo aver visto il film, mi disse "Ma prof… è solo amore, no?" Ecco.
Sesto: una mia copia Bombiani è finita sbrindellata (causa colla anziché cucitura), quella di famiglia invece secondo me finì in cantina nel 1993 sigillata negli scatoloni "Di papà: DA EVITARE'.
Settimo: evidentemente Harper Lee non l'ho letta nemmeno io!
Ottavo: Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. (E di questa siam proprio sicuri tutti)
Ma tu hai letto le parti storiche sia de Il nome della rosa, che de I Promessi Sposi perché sei una "vera letterata"! Io, comune mortale, ehm… le ho scorse in lettura veloce. 😉
E sulla scena di Adso… pensa un po' che quando andammo a vederlo al cinema, io avevo 6 anni. Avevamo dei genitori proprio moderni!
Devo proprio intervenire perchè sono stato richiamato a farlo. Ebbene sì, Eco è il mio scrittore preferito in assoluto Il nome della rosa l'ho letto l'ultima volta nella estate del 2015 ( sarà stata la terza o quata volta) e, ogni volta vado in estasi alla descrizione del labirinto. Arte scrittoria pura. Il Film poi: lo potrei doppiare a memeoria. E poi ho letto tutti gli altri libri di Eco e la sua lettera al nipote che ha scritto se non sbaglio sull'Espresso circa 1 mese fa. Consiglio a tutti di leggerla, anzi Lorenza potrebbe leggerla in classe: ne vale veramente la pena. La scena di Adso: beH penso che sia ormai ampiamente suparata da qualsiasi cartone animato.
Tramite il mio amico Roberto, una volta ho conosciuto Eco e gli ho parlato: più avvincente di qualsiasi suo libro. A la prchaine fois!
Non so come far comparire il mio nome. Chi me lo spiega?
Accidenti che onore! Prima la sorella e ora anche il papà che commentano…
Ecco qui la lettera di Eco al nipote: http://goo.gl/I4VOCX
Oggi la leggerò anch'io.
p.s. il nome, sul secondo commento, è comparso! Probabilmente prima non ti eri ancora loggato su gmail.